Una settimana di incontri che culminerà con la scelta del vincitore del Premio letterario Galileo per la divulgazione.
Agli inizi del Seicento, quando insegnava all’Università di Padova, Galileo Galilei puntò per la prima volta un cannocchiale verso il cielo. Una rivoluzione che diede inconsapevolmente il via alla scienza moderna. Quel patrimonio inestimabile di conoscenza ha posto le fondamenta della Settimana della scienza e innovazione di Padova. Per sette giorni, dall’11 al 17 ottobre, la città di Galileo si trasformerà in un laboratorio nazionale di eccellenza dell’innovazione, aprendo al pubblico i luoghi della scienza e coinvolgendo 30 realtà del mondo scientifico, culturale, imprenditoriale e associativo e le istituzioni cittadine in oltre 50 eventi fra talk, lezioni e workshop.
Il tema scelto per questa edizione del Galileo Festival è la rinascita, che rappresenta la «volontà comune affinché la ripresa del Paese siano guidate da scienza e innovazione», mettendo sotto la lente d’ingrandimento i grandi temi del mondo scientifico ma soprattutto per dare voce ai giovani che potranno fare la differenza nella ricerca e divulgazione scientifica di domani. Il cuore della manifestazione è infatti la cerimonia di consegna del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, giunto alla quindicesima edizione, in programma il 17 ottobre, alle 11, al teatro Verdi. La cinquina finalista, selezionata dalla giuria scientifica presieduta quest’anno da Maria Chiara Carrozza del Cnr, è formata da Antonio Casilli, Pier Paolo Di Fiore, Barbara Mazzolai, Alberto Piazza, e Chiara Valerio e a decretare i vincitori saranno 200 studenti universitari e 10 scuole superiori da tutta Italia.
«Sarà una settimana davvero significativa, non solo per Padova – spiega il direttore scientifico del festival, Giovanni Caprara –. Parlare di scienza e innovazione oggi significa aprire gli occhi verso un futuro diverso. La pandemia ha dimostrato che la scienza e la ricerca si esprimono attraverso la tecnologia in modo straordinario: la domanda che dobbiamo porci è cosa possiamo fare, come società, per vivere meglio, per avere una preparazione culturale, psicologica, mentale per affrontare le incertezze del futuro. Tutto questo è condensato in una serie di incontri con personaggi di livello nazionale e internazionale che riescono a raccontarci non solo le sfide, ma anche le capacità che riusciamo ad esprimere».