«Noi dobbiamo sapere, noi sapremo».
Con questa frase presa in prestito dal matematico tedesco David Hilbert, che bene sintetizza il concetto di ricerca, Pier Paolo Di Fiore, insigne oncologo di origine napoletana, e docente di Patologia generale alla Statale di Milano, ha chiuso ieri al Teatro Verdi di Padova la cerimonia per l’assegnazione della XV edizione del Premio Galileo 2021 per la divulgazione scientifica, che gli è stato attribuito per il libro Il prezzo dell’immortalità (edizioni Il Saggiatore), in cui descrive con coraggio la nascita e l’evoluzione di un tumore. E proprio coraggio e ricerca, oltre a collettività e giovani, sono state le parole chiave della mattinata, che ha visto la presenza in collegamento diretto di Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, e sul palco della rettrice Daniela Mapelli; dell’assessore alla Cultura Andrea Colasio; di Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost, che ha organizzato l’evento assieme al Comune, e degli autori delle opere selezionate per la cinquina finalista, prima dalla giuria scientifica e poi da quella popolare composta da studenti.
Alle spalle di Di Fiore che ha ottenuto 42 voti, si sono classificati: Barbara Mazzolai, con 37 consensi per La natura geniale (Longanesi); Chiara Valerio con 29, per La matematica è politica (Einaudi); Antonio Casilli con 25 per Schiavi del clic (Feltrinelli) ; e Alberto Piazza con 12, per Genetica e destino (Codice Edizioni). E al termine delle premiazioni, partendo dagli spunti emersi dagli interventi coordinati da Alessandra Viaro, Colasio ha lanciato una sfida: diventare capitale europea della scienza, della ricerca e dell’innovazione, in virtù di un passato che l’ha vista ospitare giganti che hanno segnato la cultura del continente, quali Galileo Galilei e Pietro d’Abano.
I DETTAGLI
«È un’emozione essere di nuovo in un teatro pieno – ha evidenziato Daniela Mapelli – e di questo dobbiamo ringraziare la Scienza, come del fatto che nelle aule del Bo sono tornati 40mila studenti. Non dimentichiamo che Galileo è il padre del metodo scientifico: certo, siamo legati alla nostra storia, ma è necessario proiettarla verso il futuro. Questa è la ricerca, guidata da curiosità e coraggio, per esplorare campi nuovi. Ed è anche il messaggio che devono avere i nostri giovani». «Un altro tassello fondamentale – ha aggiunto Zovico – è rappresentato dal mondo dell’impresa, che deve dialogare con quello della ricerca, e il Festival serve a unire le forze. Il Premio Galileo ha già vinto, comunque, perché ieri abbiamo visto tanti giovani affollare le librerie per acquistare i libri della cinquina finalista». Di Fiore, che devolverà all’Airc il ricavato della vendita del libro, ha osservato: «Il cancro è un nemico simile a noi, una grande metafora della nostra esistenza. Le regole della vita sono le sue: segue le leggi della creazione, e quando diventa eccesso, cioè mutazione, provoca il tumore. Bisogna quindi comprendere la logica di un qualcosa che ha spinto il gioco più avanti, con una cellula che vuole essere immortale e che si scontra con il gli interessi dell’organismo che la ospita».